Un chilo alla volta by Irene Vella

Un chilo alla volta by Irene Vella

autore:Irene Vella [Vella,Irene]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-04-04T00:00:00+00:00


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Sono sempre arrivata seconda

Quando ho iniziato ad ascoltarmi e ad analizzarmi ho preso consapevolezza di alcune mie decisioni, rendendomi conto di aver sempre scelto di arrivare seconda. Questo per sottrarmi alle logiche della competizione, che in realtà fanno parte da sempre della mia vita, ma solo quando una cosa la voglio davvero. Sono arrivata alla conclusione che anche diventare grassa è stata una mia scelta: volevo vedere se mi avrebbero amata lo stesso, è stata una sorta di punizione che pensavo di affliggere a chi mi stava vicino, e invece mi sono punita con le mie mani.

Arrivare secondi per scelta è un’arte e bisogna esserci portati. Gli altri devono essere certi di aver preso quella decisione in autonomia, non di esserci stati accompagnati. Ispirandomi al titolo del bestseller Il magico potere del riordino, potrei scrivere senza fatica Il magico potere dei secondi oppure Vuoi arrivare secondo? Chiedimi come, perché mi viene proprio spontaneo sottrarmi a un passo dal raggiungimento della meta. C’è chi per questa forma di sega mentale scomoderebbe la psicoanalisi. Io, dopo essermi osservata più e più volte, mi sono data una spiegazione logica: arrivare prima non era il mio obiettivo. Che uno bravo potrebbe subito sottolineare che sappia tanto di “volpe all’uva”, che non ci arriva e dice che è acerba pur di non dare soddisfazione ai presenti, e soprattutto, per rimarcare che il fatto di non averla mangiata non dipendesse dalla sua lontananza, ma dal fatto che non fosse pronta per essere mangiata, ergo da una scelta ponderata. Nel caso della volpe sappiamo benissimo che era una scusa, ma nel mio caso vi assicuro che non è così. Ci sono state situazioni in cui volevo davvero arrivare prima, ma me la sono giocata male e ho perso. Uno, in particolare, che ancora adesso a distanza di dodici anni brucia come se fosse capitato un’ora fa.

Sono diventata giornalista a una certa età, a trentaquattro anni, e quando sento ragazzi che sanno quello che faranno da grandi già alle scuole superiori o che hanno capito quale sarà la loro strada, scegliendo corsi adatti e funzionali, li invidio tantissimo.

Io sono stata un’adolescente irrequieta e un’universitaria svogliata, cresciuta da genitori un po’ naif, ma altamente acculturati. Per contrappasso, per una gran parte della mia vita ho pensato più a uscire con le unghie coordinate che alla fame nel mondo, e il karma, per compensare, da gnocca stratosferica e favolosa cubista mi ha trasformato in un cubo, ma questa è un’altra storia.

La vita, però, è una figata pazzesca, e quando meno te lo aspetti, ti presenta un conto così pesante da pagare, che capisci che, forse, essere stata una testa calda e frivola più a lungo dei tuoi coetanei aveva un senso. Insomma, ho capito di voler fare la giornalista dopo essere stata intervistata dai migliori sulla piazza per aver donato un rene a mio marito ed essermi presa carico di far attuare una legge a tutela dei donatori. E tutto questo è accaduto quando ero già adulta, quando per seguire



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